La collina dei papaveri, (Anime)

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lolindir72
view post Posted on 18/11/2012, 14:54




La collina dei papaveri



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Ultimo film d'animazione dello Studio Ghibli, realizzato in Giappone nel 2011 e proiettato nei cinema italiani lo scorso 6 novembre, come unica data.



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TRAMA.
Yokohama 1963: nella laboriosa città giapponese, che sta cercando di vestirsi a festa per le olimpiadi che un anno dopo si svolgeranno a Tokyo, vive Umi, una ragazza di 16 anni con una triste storia familiare alle spalle. La sua famiglia è parecchio "allargata", poichè vive sotto lo stesso tetto con fratelli, nonni e due signore estranee, che affittano una camera presso la sua abitazione, essendo un grosso caseggiato ricavato da un ospedale. Umi, oltre a studiare, si occupa ogni giorno della cucina per tutti gli ospiti e issa ogni mattine le bandiere segnaletiche della navigazione, che Shun, un ragazzo di 17 anni suo compagno di scuola, vede tutti i giorni a bordo del rimorchiatore del patrigno.
La storia gira attorno ai due ragazzi, ai risvolti che la scuola ha sulla loro vita e ad un misterioso legame familiare, scoperto per caso un giorno grazie ad una foto, legame che i due giovani faranno di tutto per chiarire.




Nel dicembre del 2010 lo Studio Ghibli annunciò la produzione e l'uscita del film per l'estate del 2011, ma la sciagura che investì il Giappone nel marzo successivo causò diversi blackout, proprio nella fase più delicata di progettazione. Questi drammatici eventi causarono un notevole ritardo nella tabella di marcia e per lungo tempo la produzione fu costretta a lavorare nelle ore notturne, e solo nelle ore notturne, per evitare le dannosissime interruzioni del processo. Tuttavia il maestro Miyazaki in persona assicurò ben presto il pubblico che lo Studio Ghibli alla fine avrebbe mantenuto l'impegno e il lungometraggio sarebbe uscito nelle sale il 16 luglio 2011, come promesso.

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In Italia invece le cose vanno diversamente: la Lucky Red, responsabile del doppiaggio e della distribuzione, decide di proiettare il film in anteprima alla scorsa edizione del Lucca Comics & Games, dopodichè stabilirà il 6 novembre 2012 quale unica data per la proiezione in tutto il paese, decisione alquanto singolare, per di più incomprensibile e che comunque la società di distribuzione italiana non chiarirà affatto. I film più celebri dello Studio Ghibli sono sempre stati acquistati con fiducia e velocità dalle aziende italiane, eccezion fatta per quelli risalenti al periodo anni '80, che però molte case di produzione stanno in questi ultimi mesi cercando di riproporre, se non altro in dvd. Ma per film celebri intendo soprattutto, anzi, quasi esclusivamente quelli firmati dal maestro Hayao Miyazaki, soprattutto se candidati o vincitori nella notte degli Oscar. Per quanto riguarda gli altri registi si fa un pò più di fatica e non sempre il ritorno economico delle case cinematografiche è sufficiente per far sì che scatti la fiducia anche nel film successivo; in questo caso si veniva dal discreto successo di Arietty e probabilmente ciò ha facilitato l'acquisto dei diritti per La collina dei papaveri, seppur firmato da Goro Miyazaki, il più a meno talentuoso figlio primogenito del maestro Hayao.

Le-bandiere-di-Umi



Goro Miyazaki ha l'enorme fortuna di essere il figlio del grande sensei Hayao, me nello stesso tempo questa fortuna è per lui anche una vera sciagura. Non è possibile in questo pianeta avere un cognome così altisonante e non pagarne le conseguenze. Io non so se Goro ne sia coscente o meno, non so neppure se gli interessi più di tanto, ma conosco abbastanza la filosofia nipponica da poter asserire che sicuramente farebbe di tutto per non sfigurare dinnanzi all'arte magnifica del papà. Anche lui ha iniziato come sceneggiatore, tuttavia con "I racconti di Terramare" decise ben presto di debuttare alla regia, con un risultato discreto, ma certamente non da urlo. Regia e sceneggiatura sono due cose diverse: per La collina dei papaveri la sceneggiatura è affidata al celeberrimo padre, affiancato da Keiko Niwa, un compito per la verità non difficile, dovendosi basare su un manga risalente agli anni '80, una storia fin troppo antica per non essere magnificamente compresa dal maestro. Nonostante ciò l'impressione che mi lascia è sì quella di una storia che sfila via liscia come l'olio, ma che in alcuni casi forse, non so se per colpa della storia originale o degli sceneggiatori, un minimo di attenzione in più la richiede. Intendiamoci, non è che al sensei siano mai piaciute le storie semplici, lo stesso Ponyo, che potrebbe essere considerata la più semplice in assoluto s'è poi in realtà rivelata come l'ennesima genialata di una mente eternamente fertile e complessa. Ma in questo lavoro la mia impressione non è stata la stessa. E' quasi come se la regia non sia all'altezza...

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Ok, la verità è che c'era molta attesa per il secondo lavoro di Goro, talmente tanta attesa che tutti i critici del pianeta erano convinti avesse facilmente superato le prestazioni offerte con Terramare. Secondo me non è stato così. La collina dei papaveri è potenzialmente un'ottima storia, della quale non ho però mai letto il manga. I preziosismi in fase di sviluppo si sprecano, le minuziose ricostruzioni storiche sono all'altezza del nome dello Studio d'animazione più celebre del mondo e allora che cosa c'è che non va?
Guardando i primi fotogrammi si ha da subito la sensazione di essere immersi nel Giappone anni '60, non servono i manifesti delle olimpiadi del '64 per accorgersene, è sufficiente il movimento e il comportamento della gente. Magnifico davvero.
Però alla fine è pur sempre un film di 90 minuti che deve in qualche modo scorrere e convincere. Una storia d'amore tra due fratelli, che scoprono di essere fratelli quando meno se l'aspettano e quando arrivano le belle notizie reagiscono quasi come fossero brutte, è difficilmente digeribile. Certo, non siamo davanti ad uno shoujo, quindi non ci si deve aspettare romanticismo disperato, tuttavia il patos rimane fondamentale se si vuole colpire lo spettatore in qualche modo, e la freddezza dei rapporti tra i vari protagonisti, assolutamente eccessiva (anche per l'epoca, ne sono convinto) colpisce molto più a fondo della bellezza di paesaggi, stradine e altri particolari.


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Il successo di un film dipende innanzitutto dal soggetto, se funziona questo allora si può pensare alla sceneggiatura, poi al montaggio e così via. Il soggetto ritengo di poter dire sia l'unico passaggio ad essere riuscito, credo sia sufficientemente interessante da poterci scrivere una storia, tuttavia immediatamente dopo iniziano i problemi.
Credo sia perfettamente inutile disquisire di tecnica parlando di un lavoro dello Studio Ghibli. E' come se si mettesse in discussione il genio di Michelangelo. Lo Studio nipponico rappresenta il massimo in fatto di animazione, character design, montaggio e colonne sonore, non ha mai fallito un colpo e non c'è motivo per dubitarne nemmeno con questo lavoro.
Il problema è piuttosto che è il fascino, tipico dei film di Hayao, a mancare, ancora una volta oserei dire. Ma questa volta, a differenza di cos'era successo con Terramare, non me la sento di dare tutta la responsabilità a Goro. La regia non è poi così male, certo ad ogni inquadratura ti fa pensare "io avrei fatto così", tuttavia non credo sia la marcia in meno del progetto.


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E' tutto il complesso che lascia perplessi, quasi si vedesse nel grande schermo quanto abbiano dovuto faticare i produttori per portare a termine questo lavoro. Un vero calvario, causato ovviamente dalle disgrazie del marzo 2011, e questo fatto francamente La collina dei papaveri sembra pagarlo. A ciò vanno aggiunti dialoghi stucchevoli, per lo meno nella versione tradotta, stucchevoli non in senso che lasciano senza parole, ma che sono talmente poveri da imbarazzare spesso e volentieri. Tuttavia il doppiaggio è ben curato, come fortunatamente accade sempre nei film dello Studio, ma questo da solo non basta ad eliminare le naturali perplessità delle prime scene importanti. In più, a peggiorare il quadro generale, un impianto sonoro francamente poco comprensibile, fatto di musiche anonime, quando per nulla attinenti e da brani che davvero dimostrano di avere poco a che fare col filone della trama e che non riescono, quindi, a fare la differenza nelle atmosfere.

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La collina dei papaveri è una storia interessante con qualche punto poco sviluppato e un pò ingarbugliato, dove il carattere dei personaggi principali non ti impressiona e dove le atmosfere ambientali riescono a convincere, ma non senza essere inevitabilmente paragonate al passato. La "lentezza" del film è molto più evidente che in "Arietty", a mio avviso, nel quale credo fosse più ricercata ed apprezzabile, per svariati motivi. La storia in sè non ha molte colpe, tuttavia il senso di "fretta" che ti lascia sul finire è abbastanza evidente e che i motivi siano dovuti o meno ai disagi subiti in fase di produzione non cambiano le cose. Purtroppo la storia fino a questo punto parla chiaro, e dice che, tolto l'intoccabile sensei, ogni qualvolta ci sia Goro alla regia i risultati sono così così, mentre con registi anche giovani ed egualmente inesperti lo Studio Ghibli riesce invece a stupire. Verrebbe quasi da pensare che il figlio senta troppo la pressione del padre, sarebbe naturale, tuttavia come già detto la regia questa volta non è la sola responsabile, quindi credo che i motivi siano soprattutto altrove.
Resta il fatto che un film dello Studio Ghibli vada visto sempre e comunque, perchè anche le pochissime volte che non fanno centro servono comunque per apprezzare maggiormente gli indimenticabili capolavori che ci ha regalato in passato.

VOTO: 6.5

Video



La collina dei papaveri
Titolo: La collina dei papaveri
Titolo Giapponese: Kokuriko Saka Kara
Titolo Inglese: From Up On Poppy Hill
Genere: Drama, Scolastico, Sentimentale
Tipo: Film
Nazionalità: Giappone
Produttori: Studio Ghibli, TOHO
Anno: 16/07/2011


Edited by danilo vizard - 16/11/2014, 18:44
 
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